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Quarticciolo, senza residenza si diventa invisibili

Il V Municipio è una delle zone più colpite dalla criticità sui ritardi per l’elaborazione delle domande di residenza. Mesi e mesi di attesa per tutti i cittadini, ma sono gli stranieri e gli occupanti delle case non assegnate dal Comune al Quarticciolo che se la vedono peggio. Tanto per farsi un’idea; non avere la residenza anagrafica significa non poter avere il medico di base, mensa scolastica e bonus libri per i figli, difficoltà ad accedere ai sussidi e ai buoni spesa Covid, non poter votare, non poter rinnovare il permesso di soggiorno ed essere costretti a registrarsi come senza fissa dimora presso gli indirizzi fittizi messi a disposizione dall’amministrazione. Diritti di base, insomma, e non sono pochi; si rischia uno stato di emarginazione sociale strutturale. E così, da qualche settimana, proprio dal Quarticciolo è partita la campagna ‘Diritti in Giacenza’ lanciata dall’Ong ActionAid, con l’appoggio del CdQ locale, al fine di far emergere quanto l’esclusione dalla residenza sia illegittima e discriminatoria. In questo quartiere, fortemente sovraffollato e dove ogni spazio fisico può essere occupato, il problema è più evidente e sentito. Ma l’articolo 43 del Codice Civile stabilisce che la residenza non è nient’altro che il luogo dove la persona ha la dimora abituale e per ActionAid per l’iscrizione anagrafica la natura dell’alloggio non può essere una scriminante. “Nonostante ciò”, dicono gli attivisti, “il legislatore negli anni ha escluso dall’anagrafe specifici gruppi sociali con finalità punitive, come i richiedenti asilo con il primo Decreto Sicurezza del primo Governo Conte e prima ancora con l’art. 5 del Piano Casa del 2014 nato per contrastare le occupazioni abusive”. Inoltre per gli stranieri la situazione è ancora più critica. Secondo ActionAid sono molti gli uffici che non registrano le dichiarazioni di residenza presentate da questi con permesso di soggiorno in fase di rinnovo, conversione o rilascio. L’unica soluzione per uscire da queste pratiche sarebbe cercare di iscriversi presso le residenze fittizie registrandosi come senza fissa dimora. Dice Lana, 30 anni, georgiana abitante del Quarticciolo e che vive in un alloggio occupato in attesa di sanatoria: “Vivo in Italia da 12 anni e mia figlia è nata qui. Ho sempre avuto il permesso di soggiorno eppure non siamo mai riusciti ad avere la residenza. Viviamo sospesi e senza diritti come se fossimo un gradino sotto agli altri”. E sottolinea: “Non posso ottenere così il buono libri, presentare domanda per ridurre il costo della mensa scolastica e mia figlia non ha il pediatra”. Questo il quadro di chi, per la mancata registrazione del certificato di residenza, si sente invisibile. DAGLI STUDI DELL’ONG NON SONO POCHE LE AZIONI POSSIBILI PER CONTRASTARE IL FENOMENO – Ma dagli studi di ActionAid non sono poche le azioni che si possono mettere in campo per contrastare il fenomeno in attesa che venga abolito l’articolo 5 del Piano Casa. Continua su: https://ilcaffediroma.it/quarticciolo-senza-residenza-si-diventa-invisibili/
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