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Tufello tra arte e memoria collettiva.

da https://espresso.repubblica.it/ ....“La rivincita sarà la risata dei nostri bambini”, è la scritta che campeggia sul frontone della Palestra popolare Valerio Verbano. Un metro più sotto, il murale raffigurante un sorridente Bobby Sands, attivista nordirlandese morto in carcere, che spezza le catene attorno al collo. L’opera, come si nota dalle caratteristiche linee rosse di ispirazione tribale sul volto, è stata realizzata da Jorit, artista di fama internazionale e autore di murales ritrattistici in tutto il mondo, dalla Palestina alla Tanzania. Nasce dal suo pennello anche la gigantografia di Verbano, realizzata in occasione dei 40 anni dalla sua morte a pochi passi dalla palestra. «Quando organizziamo manifestazioni in suo ricordo accorrono migliaia di persone, anche da fuori dal quartiere», racconta Giulio Bonistalli, istruttore di kick boxing e attivo nel centro sociale Astra. Nel 2005 occuparono un locale caldaie abbandonato, divenuto nel frattempo ritrovo per tossicodipendenti, trasformandolo in una delle palestre più importanti di Roma. Poster, stendardi, gagliardetti, regali provenienti da altre palestre popolari sparse in Europa e i ritratti di Verbano e altri ragazzi scomparsi arredano i muri della sala. Dalle colonne penzolano i sacchi da box, il pavimento è ricoperto di tappeti rossi, verdi e blu. Qui oggi si allenano più di 200 ragazzi. Molti di loro hanno vinto titoli nazionali, e alcuni istruttori sono entrati anche nelle federazioni sportive. «Abbiamo mantenuto la promessa fatta a Carla (madre di Valerio Verbano, ndr): ci siamo messi in regola, riconosciuti dalle istituzioni, senza però mettere nel cassetto i nostri ideali», dice Bonistalli. La palestra non offre solo corsi sportivi. «Al ragazzo che spacciava o faceva il palo qua dietro offriamo un’alternativa che altrimenti non avrebbe. Non sarà mai un problema se la famiglia non ha abbastanza soldi a fine mese». Insieme a molte altre realtà del quartiere, dall’associazione culturale De Frag, che organizza corsi di chitarra, canto, pianoforte, laboratori di sartoria e fotografia, a Lab Puzzle, spazio occupato, esempio di “welfare dal basso” e da poco riconosciuto “Bene comune” dal municipio, la palestra popolare copre il vuoto lasciato dalle istituzioni. Lo copre con lo sport, la cultura, la storia, l’arte. Lo copre colorando i muri e le giornate dei residenti del Tufello. Articolo completo su: https://espresso.repubblica.it/
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