Sfratti a Roma, nuova bomba sociale

Dopo l’ultimo sblocco degli sfratti, il 30 settembre, secondo Maria Vittoria Molinari, sindacalista di Asia Usb (Associazione inquilini e abitanti dell’Unione sindacale di base) a Roma si rischierà una bomba sociale. Le richieste di sfratto, presentate nella Capitale tra il 28 febbraio 2020 e il 30 settembre 2021 - data dello sblocco - sono più di 4500. Dal 31 gennaio cadrà il congelamento di tutti gli sfratti senza eccezioni.

Maria Vittoria, 57 anni, con una lunga esperienza nei sindacati di base, annuncia un’emergenza abitativa senza precedenti: «Due giorni fa a San Lorenzo è stato sfrattato Carlos, un 52enne disoccupato: aveva un contratto transitorio irregolare, gli veniva periodicamente rinnovato dalla proprietà. Dopo che ha perso il lavoro, durante la pandemia, non ha potuto pagare l’affitto, e ieri, nonostante sembrasse che il nostro picchetto antisfratto fosse riuscito a ottenere una proroga, è stato sgomberato comunque». L’Asia, dopo un picchetto davanti alla Prefettura, ha ottenuto un confronto con Grazia Paciullo, delegata agli Affari sociali, secondo la quale i dati dell’associazione sindacale sono solo parziali: gli sfratti da eseguire dopo lo sblocco non sono 4.500, ma molti di più. «Sabato saremo con un picchetto da Elisabetta, in via Gradoli, una zona in cui 632 famiglie rischiano lo sfratto. Un’altra questione scottante è quella dei piani di zona: nei prossimi giorni saremo anche a Monte Stallonara, a Roma sudovest».
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"Mai come ora in Italia, e soprattutto a Roma, c’è stata una percentuale così bassa di case popolari assegnate. A fronte del 20% europeo, in Italia solo il 3% degli immobili è a destinazione popolare. La crisi abitativa si può risolvere solo con un piano politico per la tutela del diritto alla casa".
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