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In piazza per i diritti, contro tutti gli sgomberi

"Prima degli affari vengono i diritti". Con questo slogan, sabato sabato scorso, a Roma, i giovani di Scomodo, Cinema America, SpinTime LABS e le realtà sociali e i movimenti per la casa, sono scesi in piazza Vittorio Emanuele in un corteo arrivato fino alla Prefettura, per manifestare "contro tutti gli sgomberi". A renderlo noto è un comunicato firmato da SpinTime Labs, Scomodo, Cinema America, Action diritti in movimento, Rete studenti Roma centro, e La Lupa. 

Qui il comunicato completo di SPin Time prima della manifestazione:
“A Spin Time vivono nazionalità diverse, quindi va sgomberata”…
Il 4 gennaio del 2022 abbiamo appreso tramite i giornali di essere sotto sgombero.Questa comunità sta per subire l’ennesimo attacco. Stavolta chi vuole distruggere l’esperienza è, con la compiacenza del TAR, la proprietà del palazzo, InvestiRE SGR S.p.A., una «società di gestione del risparmio del Gruppo Banca Finnat specializzata nella valorizzazione di portafogli immobiliari» e, come scrivono, anche in «prodotti di rigenerazione urbana».
Nel curriculum societario vanta l’aver acquisito immobili pubblici grazie ad operazioni speculative – tra le più importanti quelle della cosiddetta “finanza creativa” – dell’allora Ministro dell’economia Giulio Tremonti. Tra i palazzi di proprietà di InvestiRE SGR S.p.A. vi sono quello di Viale delle Province, altra storica occupazione della capitale, casa di 500 persone e, appunto, il palazzo di via Santa Croce in Gerusalemme, che grazie alla sentenza del TAR entra nella lista degli immobili da sgomberare all’interno del Comune di Roma.

Era il 2013 quando a riempire questo spazio, e a renderlo un cantiere permanente di rigenerazione urbana, è stata “Action – Diritti in Movimento”, portando avanti le istanze del diritto all’abitare per chi era stato cancellato dalle liste per l’edilizia popolare per mano dell’amministrazione Alemanno.

L’esperienza del cantiere di rigenerazione urbana di SPIN TIME LABS è da anni al centro del dibattito pubblico, che a seconda delle necessità e degli interessi politici demonizza o beatifica il palazzo, chi vi abita e chi lo fa vivere con le proprie attività culturali e sociali.

Ma è soprattutto un modello di rigenerazione urbana che invece del profitto, ha messo al centro la capacità di offrire, oltre una casa per chi ne ha diritto, anche servizi comunitari e cultura a Km 0, con un’idea di comunità aperta, solidale ed accogliente.

Un modello di rigenerazione basato sulla partecipazione, sulla condivisione, sullo scambio reciproco, che vorrebbe interrogare anche la Politica – come abbiamo fatto durante il dibattito sulle primarie del centro sinistra – sull’idea di città che si vuole perseguire. Gualtieri e la sua nuova Amministrazione devono scegliere se favorire un modello speculativo (magari con qualche foglia di fico green) per pochi o un modello, come quello di Spin Time, che riduce le diseguaglianze, che costruisce opportunità e che lavora per costruire una comunità e una città più giusta. È proprio la comunità a essere il bersaglio di chi ha deciso di attaccare Spin Time.

La sentenza del TAR ricorda non a caso che gli stabili sotto sgombero «sono occupati abusivamente per l’intera superficie da persone di diversa nazionalità», sottolineando che la vera questione al centro della controversia tra proprietà e occupanti, è che la diversità, la convivenza, la comunità non è gradita, non è un valore da difendere ma un modello da colpire.
Sperando che la nuova Amministrazione non segua questo modello, rispondiamo alla sentenza con una mobilitazione.
Ci mobilitiamo per rigenerare la città, per i diritti di tutte e tutti.

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