Il piano di Barcellona per ridurre le diseguaglianze

Barcellona ha un piano municipale per ridurre le #diseguaglianze, cosa che non sarebbe una notizia se non fosse che ad oggi nessuna città italiana ne ha uno.
Articolo di Enrico Puccini dalla pagina (osservatoriocasaroma.com//los-barrios-tienen-un-plan)

Barcellona ha un piano municipale per ridurre le diseguaglianze, cosa che non sarebbe una notizia se non fosse che ad oggi nessuna città italiana ne ha uno.  Va detto che la lotta alle diseguaglianze proprio perché investe diversi aspetti – da quelle economiche fino a quelle di genere – riguarda un ampio spetro di politiche – lavoro, casa, inclusione, ecc. – messe in atto da diversi soggetti sia pubblici – governo, regioni, comuni, municipi – che privati – volontariato cattolico e laico, fondazioni ecc. – non viene percepito come una missione specifica da parte delle amministrazioni comunali, eppure è proprio nella dimensione territoriale che tutto questo precipita.

Il piano di Barcellona nasce dalla costatazione che nonostante la città negli ultimi cinque anni sia cresciuta in termini macro-economici al tempo stesso sono aumentate le diseguaglianze territoriali, incrementando il divario fra quartieri ricchi e i quartieri poveri. Il piano comunale quadriennale, avviato nel 2021, investe 15 quartieri con una popolazione di 337mila abitanti, e ha obiettivi multipli che aspirano a trasformazioni chiave in cinque settori strategici:

  • istruzione e salute pubblica,
  • diritti sociali equità di genere e azione comunitaria,
  • alloggio,
  • occupazione e impulso economico e economia sociale,
  • spazio pubblico e accessibilità e sostenibilità ambientale.

Le caratteristiche principali del Piano dei quartieri, inteso come strumento per ottenere un approccio integrale e trasversale alle carenze di ogni territorio, sono le seguenti:

  • La dotazione di risorse straordinarie.
  • La trasversalità delle azioni  tra le diverse aree del Comune.
  • La volontà di collaborazione inter-amministrativa.
  • L’empowerment di quartiere, sia nella definizione che nel monitoraggio e nella gestione del programma.
  • Il rafforzamento e il protagonismo della rete associativa e delle entità.
  • La capitalizzazione dell’esperienza nei processi di trasformazione urbana a Barcellona e in Catalogna.
  • L’impegno per la valutazione e la responsabilità[1].

Un punto strategico per l’attuazione del piano è la partecipazione attiva dei cittadini e delle reti territoriali. Il Piano dei Quartieri ha la volontà di coinvolgere i vicini non solo nella definizione del contenuto del Piano, ma soprattutto nel suo dispiegamento, che è quando, in larga misura, prendono forma e la maggior parte delle azioni indicate nel documento iniziale. Le azioni strategiche sono configurate e definite attraverso il lavoro congiunto e continuo con il tessuto comunitario. Questo lavoro congiunto permette di adattarsi a nuove opportunità, riconoscere nuovi attori o ridefinire le proposte man mano che il Piano va avanti[2].

I Quartieri oggetto del piano sono definiti da una serie articolata di indicatori statistici – qui il link– che servono anche da benchmark, infatti alla fine del progetto verranno utilizzati per misurare l’efficacia delle azioni pubbliche e confrontare le dinamiche dei diversi quartieri.

A tal proposito bisogna dire che la Spagna, come altre nazioni europee, monitora i Barrios Vulnerables che dal 1991 vengono evidenziati a ogni censimento generalecosa che da noi invece non avviene.

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