Scuola, lavoro, disabilità: le promesse disattese

Il primo momento decisivo nella costruzione del futuro lavorativo dello studente con disabilità è l’orientamento alla scuola superiore [...] : nella stragrande maggioranza dei casi, le famiglie di persone con disabilità intellettiva in Italia scelgono di iscrivere i propri figli a istituti tecnici o professionali. Se si opta per un liceo, spesso è quello artistico, dove maggiori sono le attività laboratoriali e dove la didattica viene organizzata non solo in modo frontale. Nei licei, la presenza di alunni con disabilità intellettiva è invece molto bassa. Sono vari i fattori che influiscono sulla scelta delle famiglie: la presenza di un dipartimento di inclusione attivo e con una buona reputazione (le associazioni delle famiglie, i servizi di neuropsichiatria, i modi attraverso cui gli istituti si “sponsorizzano” all’esterno costruiscono questa nomea), l’idea che una persona con disabilità intellettiva non possa seguire lezioni frontali e teoriche “da liceo”, la speranza che istituti tecnici e professionali insegnino concretamente un mestiere all’alunno, la prossimità geografica. Anche se lentamente le cose stanno cambiando, nei licei i dipartimenti di sostegno sono spesso assenti o composti da uno o due insegnanti. È vero: se una famiglia decide di iscrivere il proprio figlio a un liceo che non ha in organico un insegnante di sostegno, esso sarà fornito dall’ufficio scolastico. Tuttavia, anche se nessuna legge concretamente impedisce l’accesso ad alunni con disabilità, nei fatti poche famiglie avrebbero il coraggio di far studiare il proprio figlio in un ambiente la cui organizzazione non è preparata alla sua presenza. Il problema non è, ovviamente, l’iscrizione in un istituto professionale, ma il fatto è che essa appare come l’unica opzione possibile. Per modificare questa segregazione, è necessaria una cultura dell’inclusione che porti un’istituzione ad assumersi il rischio di cambiare gli ambienti e le forme della didattica, avendo anche il coraggio di rompere il tabù implicito che vede nella presenza di alunni con disabilità (così come di origine migrante) un peggioramento della qualità didattica ed educativa di una scuola. https://gliasinirivista.org/scuola-lavoro-disabilita-le.../

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