Roma e le sue periferie, tra mutualismo e poli civici

Reti di utualismo territoriale presenti sul territorio per proporre nuovi percorsi di sviluppo locale. Partire dalle reti di mutualismo territoriale e dalle economie solidali presenti sul territorio per proporre nuovi percorsi di sviluppo locale. Questo l’obiettivo dell’incontro in programma per lunedì 17 aprile nel palazzo del Vicariato, in piazza San Giovanni in Laterano. Un appuntamento promosso dall’Ufficio diocesano per la pastorale sociale, del lavoro e della custodia del creato, durante il quale sarà presentata un’indagine su modelli diversi di comunità e di cura dei beni comuni, realizzata grazie alla collaborazione tra LabSU – Laboratorio di Studi Urbani “Territori dell’abitare”,  Dipartimento di ingegneria civile, edile e ambientale (Dicea) della Sapienza Università di Roma e Fairwatch, a disposizione tramite un ebook edito da Comune-info. Facendo riferimento anche a diverse esperienze italiane e internazionali – come le “case di quartiere” o le “neighbourhood houses”, gli “ateneos cooperativos” e “les tiers-lieux” -, nella ricerca  sono stati analizzati qualitativamente ventuno contesti territoriali romani dove si stanno sperimentando, con intensità diverse, percorsi generativi che praticano un nuovo modello di welfare di comunità e la cura dei beni comuni. A partire dalle 17.30, nella Sala Cardinale Ugo Poletti – al piano terra del palazzo lateranense -, si parlerà quindi di “Reti di mutualismo e poli civici a Roma. Osservatorio delle reti romane di mutualismo e sperimentazione di centri civici a supporto dello sviluppo locale integrale delle periferie”, come recita il tema dell’appuntamento, che sarà aperto dal saluto del vescovo Riccardo Lamba, ausiliare della diocesi di Roma. A introdurre i lavori, monsignor Francesco Pesce, incaricato dell’Ufficio diocesano per la pastorale sociale, del lavoro e della custodia del creato. Spazio quindi agli interventi dei curatori della ricerca: Carlo Cellamare, Dicea, Sapienza Università di Roma; Monica Di Sisto, economista, associazione Fairwatch; Riccardo Troisi, economista, associazione Fairwatch; Serena Olcuire, Dicea, Sapienza Università di Roma; Stefania Mancini, Fondazione Charlemagne.
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