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Liberi Nantes, il mondo intero in un campo da calcio

Intervista di www.spazio50.org  a Paola Varricchio, vicepresidente dell’associazione sportiva Liberi Nantes in occasione della Giornata mondiale del rifugiato.
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I Liberi Nantes sono infatti i vincitori del premio fairplay come squadra più corretta. Rifugiati e richiedenti asilo provengono da 27 nazioni e giocano nel cuore della periferia romana che si riqualifica anche grazie a loro

A tutti le stesse possibilità”. È questo il messaggio – forte e chiaro – che Liberi Nantes lancia dalla periferia romana. Una squadra di calcio composta, principalmente, da rifugiati e richiedenti asilo che gioca nei campionati federali. Uomini e donne che creano comunità e integrazione.

Perché ‘Liberi Nantes’? Come e quando nasce l’associazione?

Liberi Nantes è associazione sportiva dilettantistica che nasce nel 2007 per lanciare un messaggio positivo e inclusivo attraverso il calcio e lo sport. Nasce da un gruppo di amici appassionati di calcio che, in risposta al dilagante razzismo e alle discriminazioni degli stadi, decide di mettere in piedi una squadra composta da ragazzi rifugiati e richiedenti asilo politico, andando nei centri di accoglienza di Roma e provincia a raccontare il progetto e reclutare giocatori. Ha riscosso da subito un successo inaspettato in termini di partecipazione ed esposizione mediatica. Eravamo tra i primi in Italia a lanciare un messaggio così fortemente antirazzista in un momento storico in cui il tema degli sbarchi era molto frequente nelle cronache.

Dal 2008, la squadra ha cominciato a giocare in un campionato federale e questa forse è stata la vera rivoluzione. Per una realtà come la nostra veniva molto facile pensare ad amichevoli o partite fra migranti e associazioni sensibili. Noi, invece, abbiamo scelto di fare i campionati federali, perché il messaggio doveva essere forte e chiaro: a tutti le stesse possibilità. Siamo tutti uguali, dentro e fuori dai campi di calcio e di gioco. Il concetto di base è che lo sport rappresenta uno strumento straordinario di ricostruzione della propria vita e delle relazioni sociali, veicolo di messaggi e valori positivi.

Tutte le attività che abbiamo messo in piedi negli ultimi anni sono state possibili grazie ad un grande lavoro di progettazione e di intercettazione di fondi che siamo riusciti a fare. Tra questi il programma ‘Periferiacapitale’, di Fondazione Charlemagne, che da tre anni sostiene le realtà che operano nelle periferie di Roma offrendo servizi di prossimità ai territori e alle rispettive comunità, dal progetto CSC, Centri Sportivi di Comunità, finanziato dal fondo per il contrasto alla povertà educativa di Impresa Sociale Con I Bambini e da Laureus e Play for Change, che mette in rete 5 centri sportivi di comunità a livello nazionale, tra Roma, Napoli e Palermo e dall’8×1000 di Chiesa Valdese, grazie al quale abbiamo messo in piedi un progetto di animazione territoriale con eventi e incontri sportivi, culturali e ricreativi dedicati alla comunità e spesso co-progettati con la stessa.

Articolo completo su:
https://www.spazio50.org

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