L’arte sui muri e per le vie del Quadraro

Un museo e una pinacoteca all’aperto che cresce pian piano e che trasforma il degrado in bellezzaFrancesco Sirleto. Da: https://abitarearoma.it/

“L’arte è autoconoscenza dello Spirito attraverso forme sensibili”, diceva e insegnava il grande filosofo tedesco Hegel e, poiché questa affermazione gli appariva fin troppo sintetica e, probabilmente, per il grande pubblico degli indotti, difficoltosa da comprendere, cercò di spiegarne il significato nelle sue monumentali Lezioni di Estetica (pubblicate postume dagli allievi), un ponderoso “mattone” di ben 1400 pagine (nell’edizione italiana di Einaudi).

In realtà, se pensiamo che il pensatore di Stoccarda con la parola “Spirito” non intendeva certamente lo Spirito Santo (che non sappiamo bene dove sia di casa, anche se qualcuno afferma che esso si posa dove vuole), bensì lo spirito umano (e cioè i suoi sentimenti, la sua volontà, la sua razionalità, il suo sapere, la sua scienza, le sue capacità tecniche e artistiche, le sue leggi, le sue produzioni in tutti i campi della vita sociale e culturale, ecc.), la frase sopra riportata ci risulta di una chiarezza cristallina.

L’uomo, cioè, anche (o soprattutto) nell’arte non fa altro che “manifestare” se stesso e pertanto “conosce” se stesso, adoperando le molteplici modalità e gli innumerevoli strumenti (colori, linee, volumi, suoni, ritmi, materiali di vario genere, ecc.) che si trova a disposizione. L’arte è quindi attività essenzialmente e profondamente umana, che tende ad esprimersi ovunque, al chiuso e all’aperto, in uno studio e nelle piazze, in teatri e sale da concerto, nelle strade e sui muri delle case.

Ecco l’origine di una forma d’arte nuova e, nello stesso tempo, antica come la “street art” della quale, in quanto arte popolare e alla portata di tutti, abbiamo significativi esempi soprattutto nei quartieri di periferia; quartieri nei quali, non esistendo studi, sale espositive, pinacoteche, musei o altri luoghi deputati, ufficialmente e istituzionalmente, alla produzione e alla fruizione artistica, si fa di necessità virtù: si adoperano i muri come studi, tele e sale espositive.

Ne abbiamo un ottimo esempio in un quartiere a noi molto fisicamente e topograficamente vicino: il Quadraro Vecchio. Se volete godere la visione di bei prodotti artistici, creati da sconosciuti o semi-sconosciuti pittori che rivelano un notevole livello di capacità tecnica ed un grado profondo di intuizione estetica, fatevi una passeggiata per strade come via dei Quintili, via degli Ortensi, via dei Pisoni, via dei Ciceri, via dei Lentuli, Largo dei Quintili, via Columella e via elencando.

Fate però questa passeggiata di sera, dopo il tramonto, al buio, magari di domenica (come ho fatto io ieri sera), con i muri illuminati dai lampioni stradali e quando il traffico dei veicoli si è ridotto ad un decimo della consueta “dose” quotidiana di anidride carbonica; vi accorgerete che quello “spirito” (sia esso santo oppure profano) si è posato ed aleggia anche in un quartiere che ad un occhio poco esperto potrebbe apparire pieno di “sacche” di degrado e di altre schifezze; vi accorgerete che il caro Vecchio Quadraro è tutt’altro che un Non-luogo, come vorrebbe, con una certa faciloneria, una moderna e fin troppo sopra-valutata corrente sociologica...
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