La sfida di diventare grandi in periferia

"Eh‚ So’ Ragazzi!”: domani la giornata organizzata a Tor Fiscale a Roma dall’associazione "Fuori Della Porta" e da "Gabriele onlus" La relazione inversa tra gli indicatori di benessere economico (per esempio, il valore immobiliare) e la quota di giovani che non studiano e non lavorano (neet)da Giacomo Galeazzi.

Crescere in periferia non è semplice. Ne documenta le cause il dossier della Fondazione Openpolis. Un focus “scelte compromesse”. E sulle “prospettive per gli adolescenti nelle periferie metropolitane”. Ad emergere sono alcune caratteristiche delle maggiori realtà urbane. E il modo in cui le più profonde disuguaglianze possono convivere in pochi chilometri quadrati. Cambia molto la condizione economica e sociale degli abitanti. Da quartiere a quartiere. Spesso attraversando poche strade. Disparità che incidono sugli adolescenti. E sulle loro prospettive future. Sulla condizione di vita. Sulle opportunità offerte alle nuove generazioni nelle periferie delle grandi città.

Crescere in periferia

Si parla di “periferie” riferendosi alla sola connotazione geografica. Come distanza fisica dal centro cittadino. Ma la questione va approfondita con un approccio multidimensionale. Sotto osservazione le risorse economiche, sociali e culturali disponibili su un territorio. Ne scaturisce l’analisi della presenza di giovani che non studiano e non lavorano nelle grandi città italiane (neet). E la relazione inversa tra gli indicatori di benessere economico (per esempio, il valore immobiliare) e la quota di neet. Cioè nei quartieri dove i valori immobiliari medi sono più alti (quindi più benestanti), la quota di neet tendenzialmente diminuisce. Allo stesso tempo, i giovani che non lavorano e non studiano si concentrano nelle zone socialmente ed economicamente più deprivate.

Senza servizi

“E’ in questione il diritto di scegliere che caratterizza così fortemente l’adolescenza- evidenzia Openpolis-. Perché questa prerogativa viene minata per gli adolescenti che vivono in quartieri senza servizi. Con scuole che offrono pochi sbocchi. E un tessuto sociale fragile“. Per comprendere meglio questi aspetti, il dossier si concentra sulle prospettive degli adolescenti nelle tre maggiori città italiane. Roma, Milano e Napoli. Soprattutto nel confronto tra centro e periferie. Ricostruendo in quali zone nelle diverse città le prospettive dei giovani rischino di essere più compromesse. E approfondendo i dati sugli istituti superiori in quegli stessi quartieri. 
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