Con Freaks Out si chiude la finestra su Roma? «No, è impossibile, Roma è un modo di pensare, uno spazio di cinema importantissimo non la posso abbandonare, così come faccio fatica a non pensare all’italia. Jeeg Robot era una storia di formazione: fantastica, fantasmagorica ma completamente ancorata alla realtà. Ci sono film su Roma che nonostante l’apparenza non cercano l'abbraccio, è l'ottica borghese della distanza Non amo mortificare la città, sono abituato a un altro modo di vivere. Vale per me la morale inclusiva del finale di Poveri ma belli».
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