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La periferia non si bullizza, si ama

di Boris Sollazzo (per leggo.it)

Ritorno a Coccia di Morto. Riccardo Milani può permettersi il sottotitolo ironico del sequel di uno dei suoi successi, perché con il primo capitolo quasi tutto ambientato a Bastogi ha dimostrato che la periferia (romana) non si bullizza, ma si ama.

Meglio prendere in giro Capalbio con un'iconica Franca Leosini. Lo Spinaceto pensavo peggio di Nanni Moretti in quel Tuttocittà cinematografico che è Caro Diario è ormai mitico, così come la Ostia di Amore Tossico Caligari si vide contestato da tutti i commercianti di zona ma anche quella, di una singola cabina, di Casotto di Citti, in cui un'umanità poco edificante si alterna in un paio di metri quadrati scarsi (Jodie Foster compresa). Il mare di Roma è probabilmente il luogo più maltrattato dal cinema e dagli intellettuali (non dimentichiamo che i cinematografari progressisti colonizzarono Fregene con le loro seconde case): Luciano De Crescenzo diceva che le belle andavano a Fregene e le bruttine a Ostia, negata poi a Mitterand che in una visita di stato voleva vedere l'Idroscalo maltrattato dalle parole di Moravia, semplicemente perché il Maestro aveva ragione, allora era una discarica. Ettore Scola in Brutti, sporchi e cattivi dipinge Monte Ciocci impietosamente meravigliosa citazione quella dei ragazzi del Piccolo America che quest'estate hanno organizzato una delle loro tre arene proprio lì e non è raro che l'occhio ironico e tragico, e non di rado entrambi, mettano i riflettori su angoli sconosciuti del paese. 
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