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La casa di Pasolini: il quartiere è in rivolta

La prima casa romana di Pier Paolo Pasolini va all’asta. E’ in vendita il primo piano della palazzina di via Giovanni Tagliere 3, nel quartiere di Rebibbia: a sentire i residenti (vista la presenza di due appartamenti gemelli) proprio quello dove lo scrittore e poeta visse tra il 1951 e il 1954. In quel periodo Pasolini, insegnante nella scuola media parificata Francesco Petrarca di Ciampino, pubblicò sulla rivista Paragone il racconto Il Ferrobedò, che diventerà in seguito un capitolo di Ragazzi di vita, e scrisse il poemetto L’Appennino che farà da apertura a Le ceneri di Gramsci e altri racconti romani.

Oggi l’appartamento, proprietà privata, è in vendita all’asta: si parte da 122.850 euro, rialzo minimo 2.457€. La data dell’asta è fissata per il prossimo 17 dicembre. Ma tra Rebibbia e Ponte Mammolo è già rivolta. Numerose le realtà del territorio che si schierano contro la vendita di quella che li tutti conoscono come la prima casa romana di Pier Paolo Pasolini. Dal Centro popolare San Basilio, alla Casa del Popolo Casal Bruciato, fino al Circolo Arci Concetto Marchesi e la Comunità educante de’ Pazzi, e poi ancora V Zona, Comitato popolare Casal Bruciato e Teatro popolare San Basilio: tutti uniti per dire ‘no’ alla vendita all’asta della casa di Pasolini a Rebibbia. 

Dopo anni di incuria e abbandono, la prima casa romana di Pasolini a Rebibbia è stata di recente messa all’asta. Nell’abitazione, che già è di proprietà privata, il Comune aveva annunciato di voler aprire una Casa internazionale della Poesia nel 2013. Purtroppo, però, come spesso avviene quando si tratta di investire in periferia, il progetto poi non si è concretizzato e l’immobile è rimasto in stato di totale abbandono” – ricorda Davide Angelilli, del Centro popolare San Basilio. Ed infatti otto anni fa l’allora Giunta del Municipio IV guidata dal presidente Emiliano Sciascia approvò una memoria che prevedeva la pubblicazione di un bando per l’ affidamento della casa con l’intenzione di farne un polo culturale della periferia. Tutto caduto nel vuoto. 

Da: roma.metropolitanmagazine.it/

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