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“Focus periferie” Roma Today spiega Pietralata

Viaggio nella storia della borgata di Pietralata attraverso la voce di Massimo, figlio dell'ex custode dello storico campo XXV aprile dell'Alba Rossa, dove oggi si allenano e giocano i ragazzi di Liberi Nantes, nel cuore del quartiere Quando si pensa al termine periferia non può non venire in mente Pietralata. Anche grazie al lavoro di Pier Paolo Pasolini che proprio tra queste strade e i suoi abitanti ha trovato ispirazione per alcuni dei suoi romanzi più noti. Pietralata di ieri, e di oggi. Un quartiere che mantiene il suo spirito popolare mentre tutto intorno, grazie anche alla sua posizione semi centrale con la Città Eterna, sorgono palazzi moderni o si accende il faro con qualche nuovo progetto. Come, tra gli altri, il nuovo stadio della Roma. Per conoscere meglio la storia di questa borgata incontriamo Massimo Baieri, figlio dell'ex custode del campo XXV aprile di Pietralata, in via Marica, quello dell’Alba Rossa per intenderci. Un campo nato per dare un’alternativa a chi viveva tra povertà e degrado nelle “casette da sette lire” volute e costruite allora da Benito Mussolini. “Un modo per liberare il centro storico dai poveracci, all’epoca composto da case popolari, e per mettere insieme e ghettizzare quelli che erano i suoi oppositori politici, i comunisti - racconta Massimo -. Qui non c’era nulla, mentre la criminalità romana iniziava a dilagare, ai tempi era difficile anche trovare un lavoro se eri di Pietralata”. Da qui la costruzione del campo di calcio, la casa del popolo. Un punto di aggregazione e riferimento per la borgata. Anni difficili dal punto di vista economico: “All’epoca combattevamo per il nostro riscatto sociale”, ricorda Massimo. Inclusione e voglia di riscatto, così i Liberi Nantes uniscono il quartiere nello storico campo dell'Alba Rossa Poi il campo, con la fine dell’Alba Rossa, viene abbandonato a se stesso. E dopo anni di silenzio tra quelle porte, arriva a giocare la Liberi Nantes, squadra composta da migranti e rifugiati politici, iscritta al campionato, con la vocazione di usare il gioco del calcio come veicolo di inclusione. “All’inizio ci guardavano con diffidenza, poi piano piano le persone del quartiere sono tornate a vivere questo luogo e per noi è stato il raggiungimento di obbiettivo importante", spiega Paola Varricchio, vice presidente di Liberi Nantes. E l’unione con le tante realtà sociali di zona, che da anni sono impegnate nel quartiere, stanno facendo tornare il campo XXV aprile un punto di riferimento per la vita di chi ci abita. VIdeo e articolo completo su: https://www.romatoday.it/
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