Colleferro, tra passato e presente con Haber

Alessandro Haber è la guida, il "traghettatore che unisce il passato e il presente", in Città Novecento, il docufilm scritto e diretto da Dario Biello, prodotto da Filmedea in co-produzione con Luce Cinecittà, visto in anteprima nella sezione Riflessi della Festa del Cinema di Roma.

Si tratta dell’episodio pilota di una serie, in via di sviluppo, dedicata alla Città di Fondazione del XX e del XXI secolo. Prima fra tutte Colleferro. "A Colleferro non ero mai stato - racconta l'attore - e non ne conoscevo la storia. A parte le grandi meraviglie come Venezia, ci sono piccole realtà che vanno raccontate perché attraverso di loro si racconta l’Italia".

Il progetto nasce dal riconoscimento Unesco per il Villaggio Operaio di Crespi d’Adda, la Città Aziendale di Ivrea e la Città Razionalista di Asmara, inoltre nel 2018 Colleferro è stata dichiarata Città della Cultura della Regione Lazio.

Per la storica Claudia Conforti: "Colleferro per i cittadini romani è il margine di una periferia remota, ma dopo la proiezione del film, molti appassionati di architettura si sono detti interessati a una vicenda singolare che ignoravano" 

Il docufilm è realizzato con rari filmati provenienti dall’Archivio Storico Istituto Luce, dalla Cineteca del Friuli e dall’Archivio Multimediale Città Morandiana cui si aggiungono le interviste a personalità come il filosofo Massimo Cacciari, lo scrittore operaio Antonio Pennacchi purtroppo scomparso (questa è la sua ultima intervista per il cinema), lo storico Emilio Gentile, le storiche dell’architettura Claudia Conforti e Marzia Marandola, il critico Luigi Prestinenza Puglisi.

Colleferro è anche l’occasione per celebrare la figura del grande progettista Riccardo Morandi, maestro dell’ingegneria del secolo breve, il cui nome è purtroppo legato anche alla tragedia del crollo del Ponte sul Polcevera a Genova. "Il monumentale Ponte Morandi di Genova è stato cancellato dalla dinamite - riflette Biello - questo ci insegna che dobbiamo impegnarci a mantenere le opere del Novecento, dobbiamo tutelarle e tenerle vive piuttosto che museificarle". Morandi a Colleferro lavorò incessantemente dagli anni ‘30 fino alla sua morte per realizzare il progetto della Città Morandiana, trasformando il centro abitato da Villaggio Operaio Liberty in Città di Fondazione Aziendale.

Il figlio Maurizio Morandi, architetto, ricorda come nel suo prezioso archivio, ceduto all'Archivio di Stato, siano conservati oltre 60mila disegni. E rievoca un episodio della seconda guerra mondiale, quando a Colleferro era attiva la fabbrica di armi. "All'indomani dell’8 settembre del ’43 i tedeschi vennero a chiedere di smontare i macchinari bellici per portarli in Germania. Mio padre fece nascondere nelle cave sotto la città alcuni pezzi strategici e i nostri tecnici non si presentarono all'appello dei tedeschi che chiedevano di far funzionare le macchine. Fu emesso un mandato di cattura della polizia tedesca nei confronti di tutti loro, anche la nostra famiglia ebbe dei problemi, giravamo da una casa all’altra per nasconderci". 

Città Novecento, dopo la Festa di Roma, sarà programmato all'Ariston di Colleferro e in altre sale a livello nazionale con matinée per scuole e università. 

La serie proseguirà con capitoli su le città di fondazione dall'Ottocento attraverso il fascismo con i casi di Crespi d’Adda, Sabaudia e Littoria, Guidonia, Carbonia, Tirrenia, ma anche le città nella città, come l'Eur, Cinecittà, La Sapienza, fino all’architettura contemporanea con il caso di Tolomeo, il borgo di Cucinelli.
Articolo di di Cristiana Paternò per https://news.cinecitta.com/

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