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CHIUSI I CENTRI DI AGGREGAZIONE GIOVANILE: RAGAZZI PIÙ SOLI

E così 250 ragazzi di Magliana, Corviale, Trullo e Ponte Galeria sono rimasti, a metà anno scolastico, senza i servizi educativi – sostegno scolastico compreso – offerti dai Centri di Aggregazione Giovanile su cui contavano. Il Municipio XI, infatti, ha deciso di non prorogare il progetto “Polo Ragazzi”, che di conseguenza è stato interrotto, nonostante le richieste di Arci Solidarietà, Cooperativa Sociale Magliana Solidale, CICUE odv, e Cooperativa Sociale Il Cammino, che gestivano i cinque Centri e che avevano chiesto la proroga, anche per non interrompere le attività nel mezzo di un anno comunque difficile, per i ragazzi e per tutti. Uno dei Centri di Aggregazione Giovanile è il Polo Ragazzi 1, attivo in due istituti scolastici: l’IC Onofri alla Magliana e il Giuseppe Bagnera a Marconi. Ne abbiamo parlato con Chiara Checcacci responsabile del Centro, gestito dalla cooperativa Magliana Solidale. Per prevenire la dispersione scolastica «Come da bando», racconta, «il Polo Ragazzi 1 era un centro di socializzazione e aggregazione. Si iniziava il pomeriggio con l’aiuto per i compiti, e poi si offrivano ai ragazzi una varietà di laboratori artistici ed espressivi e uno dedicato alle nuove tecnologie. Si faceva un lavoro specifico con quelli che avevano disturbi dell’apprendimento, grazie a un tutor specializzato, e c’era uno sportello di ascolto gestito da psicologi. E poi laboratori di fumetto, disegno, creta, musica…». Frequentavano il Polo Ragazzi 1 quasi 130 bambini e ragazzi dai 6 ai 16 anni, quindi all’interno dell’obbligo scolastico: a questa fascia infatti era rivolto il progetto, finanziato con i fondi della 285/97 con lo scopo di prevenire la dispersione scolastica. Centri di Aggregazione giovanile Il laboratorio di Creta del Polo Ragazzi 1 «Le attività erano differenziate e mirate alle diverse età, ma tenevano conto anche degli interessi dei ragazzi», spiega Checcacci. «Organizzavamo anche uscite e gite durante i week end. Ad esempio, poiché abbiamo fatto un laboratorio di teatro, li abbiamo portati a vedere degli spettacoli, al Sistina e all’Argentina, proprio per aiutarli ad avere una maggior consapevolezza di che cosa è il teatro». Tra le iniziative più interessanti c’è il Laboratorio di Cittadinanza Attiva, realizzato con una rete di associazioni, all’interno del Progetto Tutti a Scuola (ne abbiamo parlato qui), perché «è importante creare rete con il territorio, per portare avanti un progetto di sensibilizzazione ai processi della cittadinanza attiva dei ragazzi, ma anche delle loro famiglie». Più vicini nel lockdown Il progetto è partito a Novembre e quando è arrivato il lockdown è stato rimodulato per adattarlo alla nuova situazione, che rendeva impossibili alcune attività, ma nello stesso tempo lo rendeva ancora più necessario. «Abbiamo fatto le attività da remoto», ricorda Checcacci. «Così abbiamo potuto continuare con l’aiuto compiti e il supporto psicologico. Per i laboratori abbiamo caricato i tutorial su YouTube, per invogliare i ragazzi a continuare a seguirci. Articolo completo su http://www.retisolidali.it/
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