Caregiver familiari: “dallo Stato nessuna risposta”

La denuncia del comitato Caregiver familiari Comma 255: a un anno dalla manifestazione a Roma, durante la consegna degli emendamenti al disegno di legge, nulla è cambiato. “Per questo, presentiamo il nostro manifesto e chiediamo adesioni. Obiettivo: un cambio di paradigma”

caregiver, disegno

di Chiara Ludovisi per redattoresociale
ROMA - La legge sul caregiver familiare, da anni invocata e attesa, tarda ancora: a un anno dalla manifestazione a Roma, in occasione della consegna degli emendamenti al Disegno di Legge 1461, quel disegno di legge giace ancora in Commissione Lavoro al Senato. E' quanto denuncia oggi il comitato Caregiver familiari Comma 255, che in quest'anno difficile ha continuato la sua battaglia, chiedendo che il caregiver familiare sia riconosciuto come “persona e come tale titolare di diritti soggettivi in uno stato di diritto quale è l'Italia. Da mesi interloquiamo con tutte le regioni per sensibilizzare le diverse amministrazioni al cambio di paradigma che deve consentire di valutare il caregiver familiare in quanto individuo a sé stante - riferisce oggi il comitato - E' la condizione di disabilità che comporta la compromissione della propria capacità di individuare, esprimere i propri bisogni, di gestire il proprio quotidiano, il proprio futuro e il proprio passato, che ci pone nella condizione di divenire caregiver familiari: non una scelta volontaria, perché l’alternativa è l'abbandono di incapace; non un'attività gratuita, perché il numero di rinunce individuali che siamo costretti a fare è infinito e ci mette in una condizione di dipendenza economica da qualcun altro, troppo spesso, soprattutto nei casi di nuclei familiari monogenitoriali e monoparentali, ci pone alle dipendenze del nostro stesso congiunto con disabilità. Troppo tempo abbiamo atteso per una legge che ci ridia dignità – fa notare il comitato - Sappiamo che ci sono tavoli per accelerare il Ddl 1461, da noi contestato e che è stato bocciato in ogni sua parte dalla stessa relazione tecnica depositata nel fascicolo. Non vi è alcun Ccnl applicabile all’azione del caregiver familiare: la legge sul caregiver familiare è un atto di pari opportunità che non può continuare a giacere né essere discussa in commissione Lavoro”.

Fa sapere il Comitato: “Avremmo voluto scendere nuovamente in piazza, il 22 luglio, a distanza di un altro anno di indifferenza verso le nostre esistenze da parte di codesto Stato. Ma la pandemia ci ha stremato e tolto ogni forza e possibilità di muoverci per raggiungere Roma da tutte le parti d'Italia”. Per questo, il comitato ha deciso di proporre il proprio “Manifesto dei caregiver familiari” e oggi “chiede ai tanti, alle migliaia di persone che in questo anno e mezzo, dalla nostra nascita, hanno aderito al nostro gruppo spontaneo, di sottoscriverlo. Ai sensi della Costituzione italiana, è necessario e logico che a rappresentare le istanze dei caregiver familiari nei tavoli ufficiali siano i caregiver familiari stessi, che non possono essere rappresentati da altri e sono gli unici capaci di riportare la condizione del binomio caregiver familiare/congiunto con disabilità”, conclude il comitato.

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