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A Tor Bella Monaca non ci si rassegna alla violenza

«Fa rabbia perché hanno sparato di giorno ad altezza bambino». A parlare è Tiziana Ronzio, fondatrice dell’associazione «TorpiùBella», in passato bersaglio di intimidazioni e vere e proprie aggressioni da parte di esponenti dei clan mafiosi, l’ultima a inizio giugno. «Non è solo lo sparo a far male, ma è tutto il contesto che si vive», dice Ronzio commentando quello che per gli abitanti del quartiere della periferia est della Capitale è solo l’ennesimo fatto di cronaca nera: nove colpi di pistola sparati da un’auto in viale dell’Archeologia che hanno ferito gravemente due ragazzi di 22 anni.

Una convivenza fisica con la criminalità, come racconta Lorenzo Natella, 36 anni, attivista dell’associazione 21 Luglio e coordinatore del Polo Ex Fienile: «Le persone che spacciano le vedi, le sentinelle che ti guardano capisci quali sono». Il Polo, presidio culturale e di assistenza sociale, è diventato un punto di riferimento per le famiglie fragili. «Conosciamo bene la comunità nord africana molto presente nel quartiere. Solitamente – spiega Natella - da noi vengono le donne. Hanno bambini piccoli e tra le loro paure c’è proprio quella di non farli finire per strada. Dove non c’è reddito e non c’è lavoro il rischio di finire nelle maglie della criminalità è concreto. Per questo lavoriamo sul contrasto alla dispersione scolastica».
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