Reddito di cittadinanza: necessario, ma da riformare dalla parte dei poveri. In mezzo a scontri ideologici, battaglie politiche e una melassa di luoghi comuni ci sono loro: i poveri. Di cui (quasi) tutti parlano senza cognizione di causa, senza ascoltarli, ma pretendendo di sapere cosa sarebbe meglio per loro. E invece è proprio da questa prospettiva - quella dei poveri - che occorre guardare alla realtà per contrastare in maniera efficace la miseria, per tarare nel modo giusto le politiche di contrasto alla povertà a cominciare dal Reddito di cittadinanza.
È ciò che ha fatto la Caritas italiana con la sesta edizione del Rapporto sulla Lotta alla povertà “Imparare dall’esperienza, migliorare le risposte” che oggi alle 10.30 verrà presentato al ministro del Lavoro, Andrea Orlando, in un incontro visibile sulle pagine Facebook e Youtube dell’ente ecclesiastico.
Un “monitoraggio plurale del Reddito di cittadinanza” di 490 pagine, elaborato da operatori Caritas, studiosi di 5 università, di centri di ricerca e dell’Ocse, sotto la direzione scientifica di Cristiano Gori, sfruttando diverse fonti e soprattutto ascoltando le persone che in questi mesi di crisi si sono rivolte alle mense e ai centri di ascolto della Caritas.
E proprio dalla fotografia di questo “Paese reale”, scandagliata con metodo scientifico, emerge tutta la necessità del Reddito di cittadinanza che, con una spesa di 8 miliardi di euro, ha protetto un’ampia fascia di popolazione durante la crisi. Assieme però, all’urgenza di mettervi mano per riformarlo e renderlo più efficace.
A spiccare, infatti, è innanzitutto il dato che il Reddito di cittadinanza non raggiunge tutti i poveri, anzi. Solo il 44% dei nuclei bisognosi ne usufruisce e dunque oltre la metà delle famiglie ne rimane privo. Non solo, tra le famiglie che ricevono il Rdc il 36% non è povero. Si tratta dei cosiddetti “falsi positivi” che – al netto delle truffe esistenti per tutte le misure di welfare – sono in particolare singoli (41%) o coppie (21%) non considerate povere secondo le misurazioni statistiche, ma che rientrano nei parametri stabiliti per il Rdc. Il rapporto evidenzia invece come vengano escluse dai benefici, in particolare, le famiglie povere che risiedono al Nord, hanno figli minori, presentano un richiedente straniero o sono in possesso di qualche risparmio che supera la soglia consentita.
«Attualmente – spiega il rapporto – sono escluse dalla possibilità di richiedere il Rdc 4 famiglie straniere su 10 (a causa soprattutto della richiesta dei 10 anni di residenza, ndr).
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