Vicariato: riforma per riproporre idea di città

 Ridare un’anima e una idea a Roma. Un processo che parta dalla riappropriazione della cultura, dalla storia e dei valori della Città eterna ad una popolazione che ormai vive le grandi periferie urbane.

Ma anche una riforma che metta ordine finalmente nella sempre più farraginosa macchina amministrativo-burocratica del Campidoglio per venire incontro in primo luogo ai suoi cittadini più deboli e svantaggiati che il Covid ha, se possibile, colpito ancora di più. Questa l’idea di riforma di Roma esposta oggi da monsignor Gianpiero Palmieri, vescovo vicegerente della Diocesi di Roma, e da monsignor Benoni Ambarus, neo vescovo ausiliare e per anni direttore della Caritas di Roma. I due presuli hanno parlato nel corso di una audizione alla Camera presso la Commissione Affari costituzionali, nell’ambito dell’esame congiunto delle proposte di legge costituzionale sulla modifica all’articolo 114 della Costituzione, in materia di ordinamento e poteri della città di Roma capitale e delle proposte di legge in materia di ordinamento e poteri della capitale.
Per quanto riguarda lo status amministrativo proprio della città, ha spiegato mons. Palmieri “i vescovi naturalmente non hanno una indicazione precisa da proporre” ma ricordano come anche la presenza millenaria della Chiesa universale la rende una città dal respiro internazionale e di cultura cosmopolita. Ne sono testimonianza i 19 atenei cattolici collocati in una dimensione diocesana che, “caso unico, corrisponde in termini di territorio ai precisi confini del Comune, così come – ha detto mons. Palmieri – anche le 36 prefetture sono sovrapponibili ai Municipi”.
“Pensiamo sia comunque fondamentale – ha aggiunto il vicegerente – avere una buona idea di Roma, che può nascere dal contributo di tutti e deve essere frutto del lavoro condiviso e di processi comuni. Oggi mi pare si possa parlare per Roma di un deficit di sogno condiviso di cui c’è bisogno e di cui anche la figura amministrativa deve far parte. Roma è capitale, città cosmopolita e unica dal punto di vista culturale. Ma questa vocazione artistica universale deve essere a servizio del mondo ma anche dei romani. Oggi il problema della città risiede anche nelle periferie dove molta popolazione si è trasferita. Occorre far sentire ai cittadini di appartenere ad una identità e ad una storia con un centro storico accessibile a tutti come memoria collettiva da riscoprire”. Da qui, la proposta di mons. Palmieri, che passa per una nuova collaborazione forte tra atenei cattolici e statali.
da: https://www.askanews.it/

Condividi l'articolo sui social

News di:

Dai Municipi: