“Spazio urbano e interesse economico” di Andrea Cegna

Il Giovedì 25 a Roma, presentazione presso il centro sociale Scup del libro di Andrea Cegna. Un libro "I luoghi urbani dell’espropriazione" che ci fa capire meglio che cosa sta succedendo oggi nelle nostre città. Recensione di Emanuele Braga tratta da :
http://effimera.org/cosa-succede-in-citta

Sapete quando ci si allontana un pochino, si guarda il mondo da lassù e dopo un pò di tempo si comincia a capire come sta girando?

Cosa succede in Città? Lo spazio urbano e l’interesse economico di Andrea Cegna è una raccolta di interventi di attivist*, scienziat* sociali, geograf* e ricercator* che ci raccontano  (essendo anche abitanti) in modo davvero ricco ed esteso diverse metropoli globali. Ce le spiegano da un punto di vista situato, da osservatori militanti ma anche a partire dal loro vissuto quotidiano.

E che cosa sta succedendo? Non posso anticipare troppo il libro perché vi sto invitando a tenerlo in mano.

Posso solo dirvi che parla di che cosa sono le città nel contemporaneo, e lo fa cercando di sviscerare il loro essere impossibile. Le domande che mi sono portato dentro lungo la lettura ruotano tutte attorno ad una sorta di convivenza degli opposti: come è possibile che le città siano allo stesso tempo il luogo delle grandi povertà e delle fabbriche più operose? come è possibile che le città siano il luogo di massimo sfruttamento e allo stesso tempo di massima emancipazione ed invenzione sociale? Come possono essere il luogo più inquinato e allo stesso tempo il laboratorio per le politiche green del futuro? 

Il luogo domestico più violento e il rifugio per tutt* coloro che cercano diritti e spazi safe? Il luogo in cui è più evidente la sete di profitto dei mercati e allo stesso tempo risaltano le fucine della resistenza dai populismi e della crisi democratica?

E’ un libro che parla di Greenwashing, dell’escalation dei processi di razzializzazione interna alle metropoli, e delle nuove forme di controllo sia digitale che poliziesco. E’ un libro che parla del concetto stesso di sicurezza, e di quali istituzioni la gestiscono. Se essa sia solo quella repressiva, poliziesca e del decoro, o se al contrario ci si possa sentire sicuri proprio solo se non c’è più nessuno che reprime, che ci spia e che ci violenta.
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