Multidisciplinarità, collegialità, co-progettazione, riqualificazione. L’arte può garantire tutto questo, soprattutto in un quartiere difficile come il Corviale. Qui, nella periferia Sud-Ovest della Capitale, c’è talmente tanto cemento – ed è talmente tanto sviluppato verso l’alto – «da fermare il vento del mare che arriva da Ostia», come ripetono un po’ sconsolati gli abitanti dell’area. Ecco perché esperienze come quella del centro culturale Mitreo vanno protette e difese: sono baluardo di legalità, un appiglio per non scivolare nella spirale delle devianze. Eppure, il centro per l’arte e la cultura contemporanea che si trova proprio ai piedi del “Serpentone” (l’edificio lungo quasi 1 km diventato, suo malgrado, simbolo della periferia), rischia seriamente di chiudere.
Per questo, giovedì 22 luglio si è tenuto l’evento pubblico “Siamo tutti il Mitreo. Non spegnere la luce dei Sogni”
La storia
Gli spazi dove sorge tale spazio erano stati dati in concessione dal Municipio XV (già XI) nel 2005, con l’obiettivo di creare un luogo di promozione culturale per contrastare il degrado e l’abbandono.
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